Una penna e un libro possono cambiare il mondo - Diario do centro do mundo - tredicesimo articolo di Giorgio Pagano
“A vent’anni volevo andare in Africa per curare la lebbra. Ci sono andata da vecchia, ma per curare l’analfabetismo, che è molto più grave della lebbra”. Questa frase di Rita Levi Montalcini mi viene spesso in mente quando giro per i villaggi e per le roças del Distretto di Lembà, attorniato da bambini poverissimi. E’ vero, la povertà non è solo scarsità di reddito o vivere in baracche fatiscenti, è anche e soprattutto, come dice Amartya Sen, “deprivazione delle capacità di base”. Il processo di sviluppo deve avere presente l’essere umano non solo come beneficiario ma come motore del processo stesso, protagonista partecipe e attivo: ecco perché educazione, formazione e “emporwement”, come si dice oggi, sono essenziali.
Una penna e un libro possono cambiare il mondo.pdf (32303)