Rapporto "CPR d'Italia: porre fine all'aberrazione"
Un quadro allarmante di violazioni sistematiche dei diritti umani, condizioni di vita inaccettabili e un sistema costoso quanto inefficace. È quanto emerge dal rapporto "CPR d'Italia: porre fine all'aberrazione" pubblicato dal Tavolo Nazionale Asilo e Immigrazione, che ha monitorato gli otto Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) attivi in Italia attraverso visite ispettive effettuate il 15 aprile 2024.
Le delegazioni che hanno visitato i centri di Bari, Gradisca d'Isonzo, Macomer, Milano, Palazzo San Gervasio, Pian del Lago, Restinco e Roma hanno riscontrato criticità gravissime in tutti gli ambiti analizzati: dalla tutela della salute all'assistenza legale, dalle condizioni materiali di detenzione alla gestione del personale.
Particolarmente preoccupante è la situazione sanitaria, con un utilizzo massiccio e improprio di psicofarmaci, carenza di assistenza medica adeguata e frequenti episodi di autolesionismo. Le strutture sono spesso fatiscenti, con celle sovraffollate e servizi igienici inadeguati. Emblematico il caso del CPR di Palazzo San Gervasio, dove ad agosto 2024 è morto il giovane Oussama Darkaoui, ennesima vittima di un sistema che il rapporto definisce "malato e profondamente ingiusto".
Le attività ricreative sono pressoché inesistenti e l'accesso agli spazi comuni estremamente limitato. I trattenuti trascorrono le giornate in un clima di totale abbandono e alienazione, senza possibilità di svago o socializzazione. La comunicazione con l'esterno è fortemente ostacolata, con limitazioni all'uso dei telefoni e difficoltà nei contatti con familiari e avvocati.
Il CPR si presenta come un sistema inefficace e dispendioso! Nel rapporto si evidenzia come il sistema dei CPR sia fallimentare persino rispetto al suo obiettivo dichiarato: i rimpatri. Nel 2023, su 158.000 persone arrivate in Italia, circa 94.000 sarebbero finite in procedura di frontiera secondo il nuovo Regolamento UE, ma i posti disponibili nei CPR e negli hotspot erano solo 2.938.
Dal 2018 al 2023, il costo totale del sistema è stato di quasi 93 milioni di euro, con il 64% destinato agli enti gestori privati. Una spesa enorme per strutture che funzionano in media al 51% della loro capacità ricettiva e che riescono a rimpatriare meno della metà delle persone trattenute.
Il quadro è destinato ad aggravarsi con l'entrata in vigore nel 2026 del nuovo Patto UE su Migrazione e Asilo, che prevede un massiccio ricorso alle procedure accelerate di frontiera e potrebbe trasformare l'Italia in un grande "Paese hotspot".
Di fronte a questo scenario, il Tavolo Asilo chiede con forza la chiusura immediata dei CPR, definiti "luoghi e spazi dell'orrore" dove vengono rinchiuse persone non per aver commesso reati, ma per assolvere a una funzione meramente simbolica nella propaganda anti-immigrazione. Un sistema che viola gravemente i diritti umani e che va superato in favore di politiche migratorie rispettose della dignità delle persone.
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