Mezzo Pianeta potrebbe andare alle urne con convinzioni maturate sulla base di notizie false sempre più orientate a mistificare le soluzioni alla crisi climatica. L’Agenzia per l’ambiente: l’Ue rischia danni catastrofici.
di Ivan Manzo
Disinformazione, misinformazione, greenwashing, fake news e le più recenti “false verità” nascoste dietro al termine di fake truth. Negli ultimi anni abbiamo assistito, quasi inermi, al proliferare di una serie di attacchi sul piano mediatico che intendono mettere in dubbio le basi scientifiche su cui poggia il processo di transizione energetica ed ecologica. Si tratta di una prassi ormai consolidata e ben radicata, anche nel nostro Paese, che banalizza non solo il motivo per cui occorre, per esempio, decarbonizzare la nostra economia, ma anche la qualità e l’efficacia delle soluzioni proposte dalla comunità scientifica. Un attacco a 360 gradi che ha il duplice effetto di rallentare una già lenta transizione, e disinnescare la sensibilizzazione legata allo sviluppo sostenibile che, nello scenario auspicabile, dovrebbe invece diffondersi a una velocità tale da generare una pandemia di buone pratiche.
Prendiamo il caso del cambiamento climatico, argomento trattato in modo quantomeno controverso. Nel corso degli anni le fake news sul tema si sono evolute: si è passati dal mettere in discussione la veridicità dell’aumento della temperatura a esprimere forti dubbi sulla possibilità che l’uomo sia in grado di modificare l’andamento climatico. In realtà, anche sul secondo punto, la comunità scientifica è stata chiara: è vero che sul nostro Pianeta si sono alternati una serie di cicli del clima nel corso di migliaia di anni, ma il punto è che dalla rivoluzione industriale a oggi abbiamo immesso talmente tanta CO2 in atmosfera da diventare il fenomeno da cui dipende la chiara accelerazione della crisi climatica. In sostanza, l’attività antropica sta pericolosamente modificando quella nicchia climatica che ha consentito lo sviluppo della vita e delle società come oggi le conosciamo.
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