Salgo in auto, la accendo e premo subito sull’acceleratore. Sono di fretta, è tardi. Sfreccio veloce tra le vie, per quel che mi consente il traffico mattutino, pensando alle cose da fare in giornata. Vorrei andare più veloce, invece un’altra automobile sembra volersi prendere tutta la calma del mondo per la sua manovra. Ma perché ci mette tanto? L’attesa mi fa venire la tentazione di guardare il cellulare, ma ecco, si riparte con un’accelerata, anche un po’ eccessiva, come se questo potesse controbilanciare la lentezza dell’altro guidatore. Devo fare tante cose, devo sbrigarmi, accelero.
Una scena della mia vita quotidiana, probabilmente comune a molti di noi. Abbiamo fretta di andare in ufficio, a scuola, al supermercato, a un appuntamento, o anche semplicemente a trovare un amico. Più veloce vado, prima arrivo. Ma poi i giornali ti ricordano che è passato un anno dalla morte di Francesco Valdiserri, il giovane di 18 anni investito il 19 ottobre del 2022 da un'auto mentre camminava su un marciapiede, per molti simbolo della lotta per la sicurezza stradale a Roma, e che proprio in questi giorni le vite di altri pedoni sono state falciate. Oltre 165mila incidenti nel 2022, secondo i dati Aci-Istat, con circa 3mila morti, incluso Francesco. Praticamente ogni giorno 454 incidenti, 8,7 morti e 612 feriti. Per un drink di troppo, per una distrazione al cellulare, per arrivare presto. Un problema su cui l’Italia, insieme ad altri 192 Paesi dell’Onu, si è impegnata a intervenire con il Target 3.6 dell’Agenda 2030 “Entro il 2030, dimezzare il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali”, un obiettivo inizialmente fissato al 2020 e quindi già mancato, come rilevato dall’ASviS nel Rapporto di quell’anno.
Secondo le statistiche, se un automobilista investe una persona a 30 km orari, nove volte su dieci i pedoni possono essere salvati. Cosa?! Ma 30 km all’ora è troppo piano! E poi le parole di Luca Valdiserri, giornalista e padre di Francesco, in una intervista su La Stampa, arrivano dritte allo stomaco:
"Dimmi tu, quanti morti sei disposto ad accettare per arrivare cinque minuti prima al lavoro?"