Porte Aperte: Dal Giubileo un Messaggio per Ripensare l'Accoglienza - di Giuseppe Pacini
Nel gesto dell'apertura della Porta Santa a Rebibbia, Papa Francesco ha offerto una chiave di lettura preziosa non solo per il sistema carcerario, ma per tutte le forme di esclusione del nostro tempo. Il simbolo della porta che si apre risuona con particolare forza in un'epoca segnata da muri, barriere e frontiere sempre più invalicabili.
"Aprire le porte significa aprire i cuori alla speranza," ha affermato il Pontefice. In queste parole risiede una sfida che va oltre il contesto carcerario, toccando il cuore delle politiche migratorie contemporanee. Come il carcere non può essere ridotto a luogo di mera punizione, così le politiche migratorie non possono limitarsi al controllo e alla deterrenza.
Dalla Detenzione all'Accoglienza: Un Cambio di Paradigma
Il parallelismo tra sistema carcerario e gestione dei flussi migratori non è casuale. In entrambi i casi, la tentazione della società è quella di rispondere alla paura con l'esclusione, alla diversità con l'isolamento. I centri di detenzione per migranti, come le carceri, rischiano di diventare luoghi dove la dignità umana viene messa tra parentesi in nome di una presunta sicurezza.
Il messaggio del Giubileo ci invita a superare questa logica. Come Francesco ricorda che ogni detenuto porta in sé un potenziale di rinascita, così ogni migrante porta con sé non solo una storia di sofferenza, ma anche un patrimonio di speranze, competenze e possibilità. La vera sicurezza, suggerisce il Papa, non nasce dall'esclusione ma dall'inclusione, non dalla paura ma dalla fiducia.
Una Nuova Visione dell'Accoglienza
L'apertura della Porta Santa diventa così metafora di un nuovo approccio all'accoglienza. Non si tratta solo di aprire fisicamente le frontiere, ma di ripensare profondamente il nostro modo di concepire l'incontro con l'altro. Come il Giubileo invita a vedere oltre il reato per riconoscere la persona, così siamo chiamati a guardare oltre lo status di "migrante" per riconoscere l'umanità condivisa.
Questo cambio di prospettiva ha implicazioni concrete:
- Superare la logica emergenziale per costruire percorsi strutturati di accoglienza
- Trasformare i centri di prima accoglienza da luoghi di mera detenzione a spazi di opportunità
- Investire in programmi di integrazione che valorizzino le competenze dei migranti
- Creare ponti tra comunità locali e nuovi arrivati
Dalla Speranza all'Azione
"La speranza non delude. Mai!", ricorda Francesco. Questa affermazione acquista un significato particolare quando pensiamo alle migliaia di persone che attraversano il Mediterraneo spinte proprio dalla speranza. La nostra risposta a questa speranza non può essere la costruzione di nuovi muri, fisici o burocratici.
Il Giubileo ci ricorda che la vera trasformazione sociale inizia da un cambio di sguardo. Come la Porta Santa si apre per accogliere tutti, così le nostre comunità sono chiamate ad aprirsi all'incontro con l'altro. Non si tratta di negare le complessità e le sfide dell'immigrazione, ma di affrontarle con uno spirito nuovo, guidato dalla consapevolezza della nostra comune umanità.
Un Impegno per il Futuro
Il gesto simbolico dell'apertura della Porta Santa ci interpella come società. Ci chiede di scegliere tra la logica della paura e quella della speranza, tra l'esclusione e l'accoglienza. La sfida è trasformare questo momento simbolico in azioni concrete, politiche illuminate e pratiche di accoglienza che rispettino la dignità di ogni persona.
Come il Giubileo è un tempo di rinnovamento e riconciliazione, così questo momento storico può diventare un'opportunità per ripensare radicalmente il nostro approccio all'immigrazione. Non più emergenza da contenere, ma opportunità di arricchimento reciproco. Non più minaccia da cui difendersi, ma incontro da cui ripartire.
L'apertura della Porta Santa ci ricorda che ogni porta chiusa è un'opportunità mancata, ogni barriera eretta è un ponte non costruito. In un mondo sempre più interconnesso, la vera sicurezza non può nascere dall'isolamento, ma dalla capacità di costruire comunità accoglienti e inclusive, dove la diversità diventa risorsa e la speranza si traduce in realtà condivisa.
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