MAROCCO. Nasser il ribelle all’Europarlamento
Siedono vicini e dalle cuffie ascoltano la traduzione in arabo dei discorsi di apertura del seminario sul premio Sakharov. Ahmed e Zolikha sono i genitori di Nasser Zefzafi e sono a Strasburgo a suo nome: il finalista del premio del parlamento europeo per la libertà di espressione sta scontando vent’anni in una prigione marocchina di massima sicurezza, a Casablanca.
«Nasser è in carcere dal maggio 2017 – racconta Ahmed una volta sul palco – Sono arrivati un giorno a casa a prenderlo, un enorme dispiegamento di forze. Come si può pensare a una simile operazione per arrestare un civile?». Le proteste di cui parla sono quelle iniziate a ottobre 2016 nella regione marocchina del Rif, da sempre tanto ribelle quanto marginalizzata.
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