Le altre madri, storie di donne costrette a emigrare
Barkissa ha otto anni e viaggia da sola. Il suo nome in bambarà significa “benedetta”. Parla qualche parola di inglese, ma si esprime soprattutto nella lingua parlata nel villaggio in cui è nata, in Burkina Faso, ma anche da altre tre milioni di persone in diversi paesi dell’Africa occidentale. È una ragazzina robusta: alta, gambe slanciate, il volto paffuto incorniciato dai ricci. Quando il 22 novembrei soccorritori la sollevano dal gommone di plastica bianco per portarla a bordo di una lancia di salvataggio al largo della Libia indossa una camicetta di jeans senza maniche e un cappellino di lana grigio.
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