La società civile italiana contro i venti di guerra - Roma, 13 aprile 2018
Il mondo è scosso da venti di guerra. A farne le spese è in primo luogo la popolazione civile indifesa. In Siria è da tempo in atto un’autentica tragedia umanitaria, alimentata dallo scontro tra forze interne e internazionali.
In un periodo storico nel quale la comunità internazionale dovrebbe allinearsi compattamente per il perseguimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, assistiamo invece ad una delle più laceranti crisi mai vissute dalle istituzioni internazionali.
E l’Italia? È sotto gli occhi di tutti l’impasse politica determinata dalle incertezze “post elettorali” ma è inaccettabile che questa si traduca in un anacronistico e provinciale ripiegamento su dinamiche interne e nell’indifferenza di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo.
Le organizzazioni della società civile di cooperazione e solidarietà internazionale fanno ciò che possono per alleviare le conseguenze umanitarie dei conflitti, in Siria ma anche in Palestina e in altri teatri di guerra. Ma questo, come abbiamo sempre sostenuto, benché indispensabile non basta. Servono la politica e la diplomazia piuttosto che escalation militari che in passato hanno dimostrato di non potere dare soluzioni. Servono proposte forti per rilanciare il ruolo dell’Unione Europea come forza sovranazionale ispirata da valori di giustizia e umanità, come agente di dialogo.
Il momento è grave. Chiediamo che con urgenza il parlamento italiano assuma posizioni chiare e forti da riportare in sede europea per porre fine al conflitto in Siria e assicurare protezione e assistenza alle popolazioni civili.
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