La primavera asiatica è rimasta incompiuta
Un quarto di secolo prima della primavera araba del 2011 c’era stata la primavera democratica del sudest asiatico: Filippine nel 1986, Birmania nel 1988, Thailandia nel 1992 e Indonesia nel 1998. Mentre nel mondo arabo le aspirazioni democratiche sono state immediatamente soffocate nel sangue (Siria, Egitto, Libia), nel sudest asiatico era sembrato che la democrazia avesse messo radici profonde. Almeno all’inizio.
Oggi la situazione è sconfortante. L’esercito ha riconquistato il potere in Thailandia e non lo ha mai davvero ceduto in Birmania. Le Filippine hanno ancora la forma di una democrazia, ma il presidente Rodrigo Duterte è un pagliaccio assassino. La settimana scorsa abbiamo assistito al crollo della facciata democratica in Cambogia. Cosa è andato storto?
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