L’ultimo sgombero del Baobab e la crisi di Roma
Aboubakar è disperato, non parla italiano, non parla inglese, parla solo francese e nessuno degli agenti che stanno sgomberando il campo è in grado di comunicare con lui. “Spiegategli che lo portiamo in questura per un controllo, poi lo rilasciamo”, chiedono ai volontari gli agenti di polizia, a loro modo in difficoltà di fronte alla resistenza del ragazzo. Lui mostra i documenti in regola: il passaporto del Mali, la richiesta di asilo, addirittura un foglietto con un appuntamento per tornare all’ufficio immigrazione della questura nei prossimi giorni.
È arrivato in Italia da qualche settimana e non vuole salire sul pullman, dice di non aver commesso nessun reato, non ha nemmeno dormito nel campo la notte scorsa.
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