Cibo, “Bisogna dargli un giusto prezzo per difendere l’ambiente e i contadini”
Se un alimento si paga la metà del costo ambientale e sociale, la differenza la paghiamo tutti. La proposta di una “etichetta narrante” del responsabile della Mountain partnership dell’Onu. Qualità e legalità hanno un costo che va pagato.
Le resistenze immunitarie del pianeta diventano più deboli. La capacità della vita di resistere alle avversità e agli eventi catastrofici si affievolisce. E assieme alla biodiversità che sgocciola via, dissanguata dall’assalto alle foreste, dal proliferare di miniere e dall’agricoltura intensiva, si perde la capacità degli ecosistemi di far fronte ai traumi. Negli ultimi 100 anni il 75% del patrimonio genetico delle piante è andato perduto. E l’agricoltura industriale ha aggravato il problema. Su 30 mila specie commestibili ne stiamo usando solo 9 per ricavare il 70% del cibo che usiamo. In queste condizioni qualunque avversità, qualunque malattia possono diventare letali per la sopravvivenza di intere popolazioni. L’allarme viene dalla Mountain partnership, l’alleanza delle Nazioni Unite dedicata allo sviluppo sostenibile delle regioni montane che conta 60 governi e 290 organizzazioni della società civile.