Immaginiamo che gli appuntamenti internazionali portino a soluzioni reali e che i leader politici diano una convinta spinta verso la realizzazione dell’Agenda 2030: come cambierebbe il futuro? Le opportunità e gli impegni dei prossimi 18 mesi per imprimere una svolta.
di Enrico Giovannini
Un film del 1969 “Metti, una sera a cena” era incentrato su una delle usuali e abbastanza noiose cene di quattro amici, due uomini e due donne, che improvvisamente cambiava “copione”. Ebbene, da qui alla fine del 2024 l’agenda internazionale sarà costellata da molte riunioni internazionali (Assemblea Generale dell’Onu, G20, G7, Cop, ecc.) e da alcuni eventi “straordinari” (“Summit sugli SDGs” a settembre 2023 e “Summit sul futuro” a settembre 2024), a cui si uniranno innumerevoli incontri degli organismi di vertice delle agenzie dell’Onu, della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale. Ecco, mettiamo che tutti questi appuntamenti, invece che svolgersi secondo un approccio business-as-usual, fatto di incontri puramente formali, conclusi con dichiarazioni poco impegnative per le parti, diventino l’occasione per trovare soluzioni reali agli enormi problemi economici, sociali, ambientali e politici che il Segretario generale dell’Onu Antònio Guterres ha recentemente ricordato nei documenti prodotti in vista del Summit sullo stato dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che si svolgerà a New York il 18-19 settembre e dell’Assemblea Generale che si terrà subito dopo.
E mettiamo che le numerose elezioni che si svolgeranno nei prossimi mesi e nel 2024, tra cui quelle per la presidenza degli Stati Uniti e per il Parlamento europeo, a valle della quale verrà nominata la nuova Commissione europea, producano governi e maggioranze politiche determinate a imprimere a livello nazionale quella spinta verso l’attuazione dell’Agenda 2030 che lo stesso Segretario generale ha richiesto a tutti i Paesi del mondo. E mettiamo che i leader politici, con un sussulto di lungimiranza e generosità, giungano a settembre del 2024 a stipulare accordi sulle grandi questioni poste al centro del “Summit sul futuro” voluto da Guterres, tra cui la revisione della governance dell’Onu, del suo Consiglio di sicurezza, e degli organismi finanziari internazionali, l’inserimento negli ordinamenti giuridici nazionali della protezione delle giovani e delle future generazioni (come fatto in Italia con la modifica costituzionale del 2022), la riforma dei sistemi contabili nazionali per andare “oltre il Pil”.
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