L’Unione può contare su alcuni punti di forza, a cominciare dall’asse Draghi – Macron – Scholz. La sua tassonomia, per quanto sofferta, può fornire uno standard a tutto il mondo. Ma l’Ue non ha la leadership tecnologica.
di Donato Speroni
Questo tempo ci dice che dobbiamo avere più coraggio e che su certe decisioni l'Europa non può più indugiare. La pandemia non può essere considerata una parentesi, ma un forte invito a proiettarci nel futuro, a interpretare i cambiamenti dei nostri tempi e ad aprirci alla complessità del mondo. Un'Europa utile, che sappia guardare in profondità il nostro tempo, che non si accontenti di auto-conservarsi.
Apriamo l’editoriale con questa frase di David Sassoli, tratta dalla prefazione del libro "Verso casa. Il lungo viaggio dell'Europa per ritrovare se stessa” di Donato Bendicenti, ripubblicata da La repubblica. I valori per i quali si batteva Sassoli sono i nostri valori ed egli stesso ha partecipato a diverse nostre iniziative, come hanno ricordato i presidenti Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini nell’esprimere il cordoglio dell’ASviS.
Il ricordo dello statista prematuramente scomparso ci deve accompagnare nel nostro impegno per fare dell’Europa la “campionessa dello sviluppo sostenibile”, come abbiamo detto più volte nelle nostre manifestazioni. Nonostante le tante incertezze dell’attuale situazione, a cominciare dall’impatto di Omicron, dalle prossime elezioni presidenziali francesi e dalle doglie per la nomina di un nuovo capo dello Stato in Italia, abbiamo anche ragioni di ottimismo, e Politico ne cita cinque.
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