Dopo la pandemia, crisi energetica, umanitaria e climatica: un 2022 difficile affrontato dall'Alleanza con la vitalità della società civile e la visione di futuro tracciata dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
di Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, presidenti ASviS
Se guardiamo dietro di noi per ripercorrere l’anno che sta per concludersi, vediamo un anno che ha gettato l’Italia e il mondo nell’incertezza. Le ripercussioni della pandemia hanno lasciato un segno profondo, portando le persone a non dare più per scontato il benessere nel futuro. La guerra in Ucraina e le violazioni di diritti nel mondo hanno rappresentato il ritorno di logiche geopolitiche che credevamo superate. I segnali del collasso climatico, particolarmente evidenti nel corso dell’estate e dell’autunno, ci hanno ricordato che stiamo realmente per superare dei “punti di non ritorno”. E la crisi energetica ha portato fin dentro casa la consapevolezza della fragilità del nostro modello di sviluppo, aumentando le disuguaglianze.
Un anno complesso e sfidante, che si è aperto però anche con un’importante certezza. Stiamo parlando dell’inserimento nei principi fondamentali della Costituzione, per la prima volta modificati nella storia della Repubblica, dell’esplicito impegno a tutelare, accanto al paesaggio e al patrimonio storico e artistico, l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi “anche nell’interesse delle future generazioni”. Un risultato storico, fortemente voluto dall’ASviS fin dalla sua nascita nel 2016, che segnala la volontà, di fronte alle crisi attuali, di mantenere uno sguardo lungimirante verso il Pianeta e le persone che lo popoleranno dopo di noi.
Una visione lunga e sistemica che l’Alleanza ha cercato di portare, in tutti i suoi dibattiti e riflessioni sollecitate nel 2022, che proveremo qui almeno parzialmente a ripercorrere, come antidoto all’incertezza.
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