Inclusione, apertura alla diversità, partecipazione. Questi i valori fondamentali che dovranno accompagnare le competenze tecnologiche se si vuole realizzare una transizione giusta, utilizzando risorse e capacità umane, civiche e sociali.
di Marcella Mallen, presidente dell’ASviS
La fiducia che mi è stata accordata con il conferimento dell’incarico di copresidente dell’ASviS, a fianco del presidente Pierluigi Stefanini, è per me un dono e una responsabilità, inattesi e graditi. Credo che la decisione di istituire questa nuova figura e di affidarla a una donna, con l’intento di accorciare le distanze tra la parola e l’azione lungo il percorso verso un reale equilibrio di genere, sia un importante segnale di innovazione non solo all’interno dell’ASviS, ma possa essere di stimolo ed esempio nella riconfigurazione dei modelli di governance da parte di molti altri soggetti pubblici e privati. Una gestione paritaria che ha l’obiettivo di assicurare sui vari Obiettivi dell’Agenda 2030 uno “sguardo di genere”, verso un’apertura alla diversità in grado di promuovere la costruzione di società più giuste ed inclusive.
Per cogliere questa nuova sfida mi impegnerò partendo dal contesto, dalla pratica, dall’ascolto e dalla collaborazione con le persone e le organizzazioni che formano l’ASviS. Forti della peculiarità di essere un’Alleanza, abbiamo maturato una inedita capacità di agire al crocevia tra gli ambienti economici, quelli sociali e quelli istituzionali, dimostrando che il perseguimento dell’Agenda 2030 dipende dalla possibilità di costruire una visione sistemica della sostenibilità. Una visione che si realizza tramite iniziative concrete, misurabili, con un approccio adattativo in grado sia di sostenere cambiamenti disruptive sia di mediare tra istanze contrastanti. In cinque anni abbiamo consolidato la convinzione iniziale che la transizione di cui siamo promotori passa da un percorso difficile, le cui tappe possono essere segnate solo con un’alleanza larga e inclusiva.
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