Dai nuovi modelli di certificazione delle capacità all’aumento dei corsi universitari sulla sostenibilità: qualcosa si sta muovendo, sulla spinta dell’Ue, per rispondere al mercato del lavoro, ma anche alle sfide del nostro tempo.
di Flavia Belladonna
I giovani di oggi, protagonisti del domani, hanno bisogno delle competenze sulla sostenibilità. Dovranno avere una visione integrata e la capacità di rispettare ciò che li circonda, per poter gestire adeguatamente le sfide future. L’istituzione scolastica sta cominciando a rendersene conto.
È di poche settimane fa, infatti, la pubblicazione da parte del ministero dell’Istruzione e del merito del decreto ministeriale sui nuovi modelli di certificazione delle competenze che, per la prima volta, includono l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Al termine del primo ciclo di studi e del ciclo di istruzione obbligatoria, nonché in uscita dai percorsi di istruzione degli adulti, tra le competenze acquisite ci dovranno necessariamente essere quelle di cittadinanza, tra cui lo sviluppo di “comportamenti e atteggiamenti rispettosi dell’ambiente, dei beni comuni, della sostenibilità ambientale, economica, sociale, coerentemente con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.
Così studentesse e studenti non solo saranno formati alla cittadinanza globale e allo sviluppo sostenibile, ma saranno anche valutati in base alle loro conoscenze su questi temi. Un tipo di competenze che oggi anche il mondo del lavoro e le imprese sanno essere una priorità.
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