QUESTA SETTIMANA - Arte e cultura sanno scuoterci nel profondo, la sostenibilità passa dalle emozioni
Dalla street art agli scatti fotografici, dal ruolo dei musei a quello della musica. Una rassegna di esperienze, condotte anche insieme ad ASviS, per sottolineare la forza dei linguaggi artistici, capaci di ispirare il cambiamento.
di Flavia Belladonna
Una volta da bambina, durante una gita, partecipai a un laboratorio di riciclo creativo. Non ci avevano detto nulla, a parte portare una confezione in Tetrapak del latte. L’associazione che curò l’attività ci fece trasformare quella scatola in un portafoglio tutto colorato, con l’aiuto di bottoni, ritagli di stoffa, forbici e colla, e ci fece visitare l’atelier, che trasformava materiali di scarto in borse e altri accessori.
Un’esperienza come tante, si dirà, eppure quell’attività creativa fece scattare in me qualcosa che non mi ha più lasciato. Mi sembrava così assurdo essere riuscita a trasformare una cosa inutile come una scatola che gettavamo tutte le settimane in qualcos’altro. Se ero riuscita a trasformare quello, quante altre cose avrei potuto trasformare? E così, ancora oggi, ho l’abitudine bizzarra che quando butto le cose, qualcosa me la conservo, per riutilizzarla o reinventarla: scatole per creare cornici con le mie figlie o per riorganizzare gli spazi, nastri di confezioni che diventano fasce colorate per vestiti o capelli, barattoli che diventano portamatite, e così via.
Ci sono esperienze, legate al mondo dell’arte e della cultura, che sono in grado attraverso le emozioni di lasciare una traccia e plasmare le nostre identità. Musei, opere artistiche, fotografie, spettacoli musicali e d’intrattenimento sono capaci di suscitare in noi meraviglia o turbamento, di farci capire cose a cui non avevamo pensato o che in fondo non avevamo davvero capito, di insegnarci a guardare qualcosa da prospettive diverse. Per questo sono strumenti potenti anche per generare una cultura della sostenibilità.
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