Afghanistan, il progetto "After Shelter": una casa sicura dove le donne possano vivere liberamente a riparo dagli aguzzini
“Di sicuro sarei morta se non fossi entrata nella casa protetta. Gli incubi si allontanano, le ferite sbiadiscono ma restano disegnate su di me. Ora però ho di nuovo un volto nello specchio e guardo diritto davanti a me”. “Ce l'ho fatta, sono una donna libera. Voglio vivere, pensare, ballare, lavorare e ridere di sciocchezze. Il mondo là fuori non mi vuole, il futuro è cieco. Che ne faccio qui dentro della mia libertà?” Le parole di Samira e Najla raccontano di una realtà ancora molto difficile, troppo difficile per le donne afgane, che spesso sono vittime di violenze e soprusi e non sanno come uscire dall'incubo. E quando ci riescono, molte volte vengono ripudiate dalla famiglia e restano sole al mondo, senza nessuna prospettiva. Come Samira, che chiede “cosa faccio ora?”
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